Le fattorie sociali stanno riscuotendo sempre più successo sull’intero territorio nazionale. Quando l’attività produttiva si sposa infatti con formazione, cultura e educazione i risultati sono sempre interessanti.
Le fattorie sociali, nate ufficialmente in Olanda negli anni ‘90 come social-care farms, sposano appieno il cosiddetto welfare partecipativo, contribuendo a dare un nuovo ruolo alle aziende agricole, florovivaistiche e zootecniche. E nel “care” del nome originario c’è tutta l’essenza di queste realtà che, attraverso attività di diverso tipo, hanno a cuore il benessere della persona.
Fattorie sociali: cosa sono
Le fattorie sociali sono imprese che presentano un’integrazione dell’attività produttiva con servizi educativi, culturali, formativi, assistenziali e occupazionali che hanno come destinatari persone con forme di fragilità o di svantaggio psicofisico o sociale. L’intento primario è quello di favorire l’inclusione e la coesione sociale attraverso la valorizzazione delle risorse agricole.
Ma, nello specifico, cosa sono le fattorie sociali? Non c’è una risposta univoca, visto che possono essere:
- cooperative sociali di tipo A e B, prendendo quindi la forma del privato-sociale;
- aziende agricole private, a conduzione familiare o cooperativa;
- associazioni di volontariato e di famiglie con familiari a rischio;
- fondazioni;
- vecchi e nuove comunità rurali;
- case-famiglia o strutture socio-sanitarie che contemplano attività agro-rurali.
Viene fatta poi una distinzione tra fattorie sociali inclusive e fattorie sociali erogative.
Nelle prime il soggetto “fragile” diventa parte integrante del processo produttivo agricolo, con specifica formazione e assunzione.
Nelle seconde il soggetto fruisce e beneficia dei servizi forniti dalla fattoria ma non contribuisce al processo produttivo agricolo.
Rete fattorie sociali
La nascita della prima rete italiana di Fattorie sociali risale al 2005. Con il trascorrere del tempo è diventata sempre di più un punto di riferimento ad ampio spettro, sia per quanto riguarda il lato informativo che più strettamente partecipativo.
In Italia sono circa 3000 le fattorie sociali. Le attività lavorative che si svolgono all’interno delle strutture sono finalizzate al reinserimento di persone socialmente emarginate o con dipendenze di vario tipo, con disabilità psico-fisiche, disoccupati. Mentre gli adulti vengono coinvolti soprattutto in iniziative all’interno di orti sociali o urbani, per i bambini c’è un coinvolgimento prevalentemente ludico.
In ogni caso, il contatto costante con l’ambiente animale e vegetale si rivela fondamentale nello sviluppo di una sana autostima e di un approccio sereno con gli altri e con la vita stessa.